Università: nascita e sviluppo


 

In epoca antica non esistevano le università, ma importanti istituzioni culturali furono l’«Accademia platonica» e quella di giurisprudenza operante a Beirut a partire dal II secolo d.C. e strutturata in base ad un piano di studi stabilito in precedenza (solitamente un periodo di tempo quadriennale). 
 
Università di Bologna
Nell’Alto Medioevo una enorme fama ebbe la «Schola medica Salernitana», ritenuta da diversi studiosi la prima autentica università. Nel XII secolo la Chiesa conseguì una preminenza attinente al pensiero, alla conoscenza, alla sfera religiosa, morale, ascetica nell’Europa occidentale, a motivo della rivalutazione di autori, opere, aspetti della cultura dell’antica civiltà greca e romana, caduti nell’oblio. Fondamentale fu l’attività delle abbazie e di coloro che, consacrandosi a Dio ed abbracciando la vita ascetica in comunità, trascrivevano manoscritti. Decisive furono pure le rinnovate relazioni fra il continente europeo ed i paesi e i popoli che avevano assimilato la cultura e fatto propria la lingua araba. Sacerdoti iniziarono così a svolgere «lectiones magistrales», consistenti nel leggere, interpretare e spiegare opere proprie della filosofia e del diritto. Questo fatto caratteristico si propagò velocemente in Europa, portando in poco tempo ad incontri molto frequentati, tanto da essere necessaria un’attività volta a organizzarli. Pertanto gli insegnanti e i discenti istituirono proprie associazioni professionali o «universitates». È ritenuta, per tradizione, l’Università di Bologna, la prima università ad essere stata creata. Per l’autore italiano di componimenti poetici e di opere letterarie Giosuè Carducci, insieme ad alcuni storici del suo tempo, l’anno di istituzione dell’ateneo bolognese è il 1088, ma non è dimostrabile con assoluta certezza. Invece una data sicura risulta essere il 1158, anno nel quale l’imperatore Federico I Hohenstaufen (detto il Barbarossa) emanò la «constitutio Authentica Habita», con la quale erano adottate esenzioni da imposte e da obblighi e diritti, facoltà, vantaggi particolari di cui dovevano godere i discenti che studiavano presso l’ateneo bolognese. 
 
Università di Pavia

Per certi autori di trattati storici la nascita dell’Università di Pavia sarebbe antecedente a quella bolognese, dal momento che lì si insegnava la disciplina che ha per oggetto di studio i principi e le norme costitutive del diritto quasi duecento anni anteriormente all’istituzione dell’ Università di Bologna. Pian piano nel continente europeo sorsero numerosi atenei, fra i quali è doveroso ricordare quello di Napoli, espressamente richiesto da Federico II nel 1224.

 

Università di Napoli
Nel tempo presente in Italia il vocabolo «università» vuol significare «istituzione di alta cultura» (art. 33 della Costituzione italiana) dedita principalmente all’insegnamento di specifiche discipline e all’indagine o studio condotti con criteri di sistematicità per scoprire o approfondire fatti, fenomeni o processi, ricostruire eventi, individuare documenti. Le università si distinguono in pubbliche o private, conferiscono titoli che si ottengono dopo aver frequentato una serie di lezioni ordinate secondo un criterio di progressivo apprendimento, stabilite per ciascun anno di ogni facoltà universitaria, alle quali si ha accesso dopo aver conseguito il diploma di scuola media superiore. Accanto agli atenei pubblici e privati, in Italia e nel resto del mondo, negli ultimi anni un grande sviluppo e sempre maggiore importanza hanno assunto le università popolari e quelle telematiche, delle quali ora parlerò in maniera particolareggiata. 
 
 
Università Popolare di Roma
Le «università popolari» sorsero nel XIX secolo in ogni parte d’Europa. La «mission» di queste istituzioni era quella di far accostare alle conoscenze letterarie, scientifiche, artistiche di un intero popolo in un dato momento storico tutte le categorie di cittadini, soprattutto le meno acculturate (pertanto si può ben comprendere l’uso dell’aggettivo «popolare» vicino al sostantivo «università»). Le «università popolari» vennero alla luce in Italia nel XX secolo non solo nei grandi centri urbani, ma anche nelle città e paesi minori, questo grazie alla preziosa attività del Partito Socialista e delle varie associazioni di lavoratori che presero a modello quanto fatto in Danimarca, Svezia e Inghilterra negli ultimi anni del XIX secolo. L’intenzione era quella di trasmettere informazioni culturali alla popolazione attraverso riunioni in cui più persone competenti discutevano su un argomento particolare, pubblici confronti di opinioni su un tema dato, consegna di libretti di poche pagine. Oggi nelle «università popolari» italiane si possono seguire le lezioni di un numero notevole di discipline che vanno dall’inglese al latino, dalla psicologia all’archeologia, dall’egittologia all’informatica. Gli iscritti sono per la maggior parte persone di età adulta. La più frequentata università popolare italiana è senza alcun dubbio l’«Università Popolare di Roma», costituitasi nel 1987 ha toccato i 30.000 iscritti nel 2006. In aggiunta all’attività didattica promuove giri di cultura o di piacere più o meno lunghi attraverso luoghi e paesi diversi, l’esecuzione di composizioni musicali e competizioni di sport che incoraggino la tendenza a sviluppare rapporti interpersonali e la progressiva acquisizione, attraverso lo studio, di una determinata fisionomia culturale, morale e di competenze specifiche. 
 
Nel nord Italia riveste una discreta importanza l’«Università Popolare di Milano», dedita alla realizzazione di conferenze e convegni di un certo spessore culturale. Al momento l’«Università Popolare di Milano» è la sola legittimata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a concedere titoli accademici riconosciuti in tutta la penisola italiana. 
 
 

Nel mezzogiorno d’Italia è doveroso segnalare l’operosa presenza dell’ «Università Popolare del Mediterraneo», con sede a Taranto. Nella «home page» della suddetta università si evidenzia quale sia la sua «mission»: «L’Università Popolare del Mediterraneo è una libera istituzione che ha come finalità l’istruzione, la formazione e la promozione culturale degli adulti nel settore dei Beni Culturali in tutti i suoi ambiti e campi di applicazione. L’Università si propone come ideale luogo di incontro e di confronto delle conoscenze e delle esperienze tese a favorire l’integrazione sociale e culturale dei propri aderenti nel territorio e nella comunità. I corsi si rivolgono a tutti coloro che desiderano acquisire, sperimentare, arricchire e perfezionare le proprie conoscenze ed affinare in tal modo la qualità della propria vita professionale e culturale. Ciascun corso segue metodologie didattiche e innovative all’interno di un condiviso orientamento professionale, al fine di fornire una più ampia visione del concetto di Bene Culturale. Per questo motivo, lo staff dei docenti consta di qualificati esperti in significativi e vibranti settori dei Beni Culturali come Archeologia della Magna Grecia, Civiltà orientali, Storia dell’Arte moderna e contemporanea, Etnologia e tradizioni popolari, Civiltà classiche, Cultura Popolare e Turismo, Giornalismo, Lingua e civiltà inglese, Linguaggio filmico, Laboratorio di Italiano, Informatica, Rilievi Topografici e restituzione in disegno CAD. Seminari e conferenze, attività pratiche e ricreative come stages, viaggi e visite di istruzione completano il percorso didattico». Come già detto in precedenza l’«Università Popolare di Milano» è la sola legittimata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a concedere titoli accademici riconosciuti in tutta la penisola italiana, mentre le altre «università popolari» sono identificate in qualità di «enti di formazione» presso l’Istituzione territoriale di pertinenza, che in Italia è dotato di poteri legislativi e amministrativi o presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Pertanto esse sono autorizzate a predisporre una serie di lezioni ordinate secondo un criterio di progressivo apprendimento, considerate pure alla maniera di «Credito formativo universitario» (CFU) oppure una serie di lezioni ordinate secondo un criterio di progressivo apprendimento con la consegna di una dichiarazione scritta conclusiva con valore documentale considerata attentamente nelle circostanze prese in esame dall’ ordinamento giuridico.

L’«Università telematica» è da ritenersi, generalmente, un ente privato preposto all’istruzione universitaria, autorizzato dal complesso delle leggi della nazione nella quale agisce a concedere titoli accademici (lauree, master, corsi di perfezionamento, dottorati di ricerca) riconosciuti, con la procedura definita «a distanza» incentrata sulle nuove applicazioni della telematica e dell’informatica. Le «Università telematiche» in paesi come gli Stati Uniti, il Canada, la Germania e la Spagna sono parecchie e con un buon numero di iscritti, offrendo ad una utenza composta da giovani e persone di età adulta i più svariati corsi di laurea, da quelli più tradizionali a quelli maggiormente innovativi. In Italia sono ancora in numero esiguo (dodici), grazie anche alla disposizione dell’ex ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza (sottoscritta il 27 settembre 2013) riguardante l’organizzazione triennale (2013-2015) delle università. Fra le diverse prescrizioni racchiuse nel documento è presente pure la proibizione di fondare nuove «Università telematiche» ed università statali. Gli atenei telematici si caratterizzano per il fatto che l’attività didattica svolta dai docenti è solamente online o anche presenziale, potendo il discente optare per l’una o l’altra soluzione. Invece le prove di profitto a cui un candidato viene sottoposto per l’accertamento della preparazione, la cerimonia con cui la laurea viene conferita, le prove finali per il conseguimento di master e corsi di perfezionamento avvengono necessariamente nei luoghi e ambienti dove le istituzioni universitarie svolgono la loro attività e pertanto sono presenziali. Le «Università telematiche» in forte crescita, con un discreto numero di iscritti e con una offerta formativa di spessore sono l’Università degli Studi «Guglielmo Marconi», l’Università degli Studi «Niccolò Cusano», l’Università degli Studi «eCampus» e l’Università degli Studi «Pegaso». Due atenei telematici, l’Università degli Studi «Niccolò Cusano» a Roma e l’Università degli Studi «eCampus» a Novedrate (Como), hanno pure un campus a somiglianza di quelle americane. In questo modo i discenti, se lo desiderano, hanno la possibilità di permanere a trascorrere la notte e consumare il pranzo nelle strutture del campus nel corso dell’anno accademico oppure nello spazio di tempo in cui vi sono le attività didattiche svolte dai docenti. 

 
Da poco tempo è attiva in Italia l’«Università degli Studi Applicati dell’Assia Settentrionale», ateneo tedesco con sede a Bari. Nella «home page» della suddetta università si afferma che: «l’ Università degli Studi Applicati dell’Assia Settentrionale DIPLOMA, ente privato legalmente riconosciuto, è attiva in tutta la Germania nel campo dell’alta formazione accademica dal 1988 con corsi di laurea per studenti lavoratori nel settore economico, medico e tecnico, ed attualmente annovera oltre 8.000 studenti. ………. La particolarità del modello di studi dell’Università degli Studi Applicati dell’Assia Settentrionale sono il netto orientamento verso l’applicazione pratica dei concetti acquisiti, i piccoli gruppi di studio, la consulenza personalizzata e le lezioni telematiche interattive in classe virtuale, offerte di sabato a ritmo bisettimanale. Al termine di ogni semestre, gli esami possono essere sostenuti a Bari, Bologna, Bolzano, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia. Sono in allestimento ulteriori sedi di esami. È altresì possibile usufruire di lezioni dal vivo con cadenza bisettimanali nel nostro centro studi in Bari, a condizione che vi sia un numero minimo di partecipanti». Fino a questo momento l’ateneo tedesco ha proposto corsi di laurea triennali in Economia Aziendale, in Economia e Management dei Media, in Scienze giuridiche d’Impresa ed un corso di laurea specialistica in Economia e Diritto. In un prossimo futuro, invece, l’offerta formativa verrà allargata ai corsi di laurea in Ingegneria, Scienze del Turismo, Scienze Infermieristiche, Scienza dell’Alimentazione e Lettere Antiche. Si desidera evidenziare come, fino a questo momento, nessuna università telematica italiana sia intenzionata ad attivare i corsi di laurea in Scienze Infermieristiche, in Scienza dell’Alimentazione ed in Lettere Antiche. Pertanto una volta messi in funzione gli stessi, l’«Università degli Studi Applicati dell’ Assia Settentrionale» conseguirà il risultato di agire in regime di monopolio, avendo la possibilità di offrire all’utenza italiana corsi di laurea prestigiosi e da sempre apprezzati.

BIBLIOGRAFIA
A. ESPOSITO – U. LONGO, Lauree. Università e gradi accademici in Italia nel medioevo e nella prima età moderna, Clueb Editrice, Bologna 2014;
A. GENTILE, Formazione, università e ricerca in Europa, America, Asia, Africa e Oceania. Riforme, progetti innovativi e sistemi a confronto nei cinque continenti, IF Press, Roma 2008;
A. ICHINO – D. TERLIZZESE, Facoltà di scelta. L’università salvata dagli studenti. Una modesta proposta, Rizzoli Editore, Milano 2013;
D. KEEGAN – F. LATA, L’università a distanza. Riflessioni e proposte per un nuovo modello di università, Franco Angeli Editore, Milano 1986;
A. MANZO, Sviluppo dell’università in Italia e in Europa. Il ruolo nell’Europa della conoscenza, Pensa Editore, San Cesario di Lecce 2010;
R. MOSCATI, L’università: modelli e processi, Carocci Editore, Roma 2012.


2 commenti

  1. Su Focus.it ho visto che è possibile votare il proprio progetto preferito tra i sei partecipanti al Premio Innovazione di quest’anno. Le categorie da votare sono quattro e sponsorizzate da nomi importanti: Sisalpay, IMB, Discovery Italia e Kia. Un’occasione importante per dire la nostra sui progetti che potrebbero concretamente cambiare la nostra vita non trovate? http://innovazione.focus.it/

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