La Stele del Sogno

La Stele del Sogno (denominata pure Stele della Sfinge) di Thutmose IV[1] (pure Menkheperura Thutmose, …-Tebe[2], 1391/1388 a.C.) venne innalzata nel primo anno[3] (probabilmente il 1401 a.C.) della sua conduzione politica ed amministrativa del Paese delle Due Terre. La stessa (altezza 114 cm, larghezza 40 cm e spessore 70 cm), a forma di rettangolo e in posizione verticale, reca iscrizioni incise. La scena che sta più in alto nella lunetta raffigura Thutmose IV nell’atto di offrire doni alla Grande Sfinge.

Sfinge e Stele del sogno

Per giustificare[4], con tutta probabilità, la sua ascesa al trono, pur non potendo vantare la primogenitura, il monarca egizio sopramenzionato fece erigere[5] la Stele del Sogno[6][7], rinvenuta fra gli artigli della Sfinge[8], a Giza[9][10]. Oltre a ciò si occupò delle grandiose operazioni che ebbero lo scopo di riportare in uno stato di buona conservazione la Sfinge, conferendole un ruolo di primaria importanza nella sua salita al trono.

Thutmose IV

Sulla stele presa in esame viene raccontato come il principe Thutmose (in una età della vita successiva alla puerizia e antecedente alla maturità[11]), nel corso di una partita di caccia preso sonno[12] vicino al capo della Sfinge (allora coperta di sabbia sino al collo), avesse sognato la divinità della Sfinge (assimilata a quella solare di Ra) che gli avrebbe predetto che sarebbe divenuto faraone[13] nel momento in cui avesse reso libero il corpo dell’opera dai minutissimi frammenti di minerali prodotti dall’azione degli agenti atmosferici[14].

La Stele del Sogno

Il testo della stele, tradotto in italiano, è il seguente: «Ora la statua del grandissimo Khepri (la Grande Sfinge) riposa in questo posto, ottimo di fama, sacro al rispetto, l’ombra di Ra che poggia su di lui. Menfi[15] e ogni città sui due lati sono venute a lui, le braccia in adorazione al suo viso, portando grandi offerte per la sua anima. Uno di questi giorni accadde che il principe Thutmose, si trovò a viaggiare al momento del mezzogiorno. Egli si riposò all’ombra di questo grande dio. (Il sonno) e il sogno (presero possesso di lui), nel momento che il sole era allo zenith. Egli si accorse che questo maestoso nobile dio gli stava parlando dalla sua bocca come un padre parla a suo figlio, e diceva: … “Guardami, osservami, figlio mio Thutmose, io sono tuo padre Horemakhet-Khepri-Ra-Atum, io ti ho donato il regno (sulla terra oltre che la vita) … (Ecco, la mia condizione è simile a quello di un malato), tutte le (mie membra sono rovinate). La sabbia del deserto, sulla quale un tempo io regnavo, (adesso) mi è nemica, ed è al fine di provocare quello che è nel mio cuore che ho aspettato tu faccia”[16]».

La parte conclusiva del testo è illeggibile per lo sgretolamento della pietra.

BIBLIOGRAFIA

AA.VV., La Grande Storia, RBA ITALIA, Milano 2015;

BRESCIANI, L’Antico Egitto, De Agostini, Novara 2000;

BUDGE, Magia Egizia, Newton & Compton, Roma 1996;

CIMMINO, Dizionario delle dinastie faraoniche, Bompiani, Milano 2003;

CLAYTON, Chronicle of the Pharaohs, Thames and Hudson, London 1994;

GRIMAL, Storia dell’Antico Egitto, Laterza, Bari 2007;

JACQ, L’Egitto dei grandi faraoni, Arnoldo Mondadori, Milano 1999;

LOVELLI, (3 Giugno 2015). Tebe: la città dalle cento porte. Recuperato il 30 Giugno 2018, da Storie di Storia: https://www.storiedistoria.com/2015/06/tebe-la-citta-dalle-cento-porte/;

LOVELLI, (2 Luglio 2015). Menfi: famosa città dell’antico Egitto. Recuperato il 29 Giugno 2018, da Storie di Storia: https://www.storiedistoria.com/2015/07/menfi-famosa-citta-dellantico-egitto/;

SCHLOGL, L’Antico Egitto, Il Mulino, Bologna 2005;

SHAW, The Oxford History of Ancient Egypt, Oxford University Press, Oxford 2000;

WILKINSON, L’Antico Egitto. Storia di un impero millenario, Einaudi, Torino 2012.

[1] Sovrano della XVIII dinastia.

[2] Si ricorda l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Tebe: la città dalle cento porte; https://www.storiedistoria.com/2015/06/tebe-la-citta-dalle-cento-porte/ [3 giugno 2015].

[3] Schlogl, H. A. L’antico Egitto. Bologna: Il Mulino, 2005, p. 74.

[4] Shaw, I. The Oxford History of Ancient Egypt. Oxford: Oxford University Press, 2000, p. 254.

[5] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. Milano: Bompiani, 2003, p. 255.

[6] Bresciani, E. L’Antico Egitto. Novara: De Agostini, 2000, p. 335.

[7] Grimal, N. Storia dell’antico Egitto. Bari: Laterza, 2011, p. 280.

[8] Animale mitologico avente il corpo di un grosso felino con arti robusti, dentatura potente, pelo fulvo, folta criniera e testa di uomo o di un uccello predatore con becco arcuato, ali lunghe e appuntite e zampe munite di forti artigli o di un ruminante con zampe robuste, pelame lungo e liscio, coda corta, muso munito di corna e di barba, qualche volta fornito di organi che consentono il volo.

[9] Clayton, P. Chronicle of the Pharaohs. London: Thames and Hudson, 1994, pp. 113-114.

[10] Centro urbano sulla sponda occidentale del Nilo, pressappoco 20 km a sud-ovest de Il Cairo.

[11] Aa.Vv. La Grande Storia. vol. II. Milano: RBA ITALIA, 2015, p. 52.

[12] Jacq, C. L’Egitto dei grandi faraoni. Milano: Mondadori, 1999, p. 186.

[13] Wilkinson, T. L’antico Egitto. Torino: Einaudi, 2012, p. 258.

[14] Budge, W. Magia Egizia. Roma: Newton & Compton, 1996, p. 141.

[15] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Menfi: famosa città dell’antico Egitto; https://www.storiedistoria.com/2015/07/menfi-famosa-citta-dellantico-egitto/ [2 luglio 2015].

[16] Shaw, I. The Oxford History of Ancient Egypt. op. cit., p. 254.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *