La Scelta di Francesco Zampa è un intenso romanzo storico che ricalca e mette in luce un episodio della Seconda Guerra Mondiale poco conosciuto.  La trama è inventata e cucita su misura per un episodio cruento e misconosciuto della II Guerra Mondiale.

 

Francesco Zampa

 

TRAMA
Roma, 6 ottobre 1943. Il giovane brigadiere Flavio Cesari ha grande memoria, sa scrivere a macchina e, anche per questo, cura il censimento dei militari di razza ebraica all’Ufficio Riservato del Ministero della Guerra. È di Trastevere e non poteva desiderare di meglio mentre intorno infuria la follia sanguinaria. Non bastasse, è in segreto innamorato della giovane ebrea Eva. Mentre rientra a casa come sempre, assiste all’eccidio di un graduato sul Ponte Garibaldi da parte dei Tedeschi, sotto gli occhi di tutti: la sua nuova vita è già iniziata, e lui non lo sa. Scioccato, si unisce a un gruppo di sbandati. Da loro sa che il colonnello Kappler ha ordinato la deportazione in Germania di migliaia di carabinieri romani, colpevoli di non dare garanzie ai Tedeschi in vista del loro segreto, orribile proposito. Il terrore lo pervade perché, a forza di compilare e aggiornare elenchi, Flavio è l’unico a conoscere con esattezza gli indirizzi di tutti i suoi colleghi. E lo sanno anche le SS…

 

Uniforme Carabinieri del 1939

 

GENESI E NOTE STORICHE di Francesco Zampa
Tutto nacque all’alba della mia carriera militare, ora finita, quando, sia per spirito critico e un po’ ribelle, mi chiedevo perché obbedire quando la logica suggeriva procedure più semplici, più logiche, più immediate, più ragionevoli etc etc. Problemi di qualsiasi pubblica amministrazione ma irrigiditi nella gerarchia dove la catena di comando non si deve interrompere.
Poi la mia storia personale si è intrecciata con un interesse profondo per la cultura ebraica, un approccio critico e ortodosso insieme alle cose della vita, in una storia di oltre cinquemila anni che desta in me grande ammirazione. In tutto questo, la Shoah è solo un episodio che caratterizza gli Ebrei ma non li identifica affatto. C’è una conoscenza profonda e molto concreta che li ha portati a essere, a mio modo di vedere, sempre, o spesso, avanti nella storia dell’umanità, a cominciare da quando loro, sparuta minoranza, rifiutavano idoli, quindi imposizioni, da chiunque venissero, perché credevano solo nel Dio unico, quindi nell’Uomo, quindi nell’impegno, quindi nello studio.
Tutto questo shackerato nella mia esperienza, mi chiedevo come avevano fatto, durante la Seconda Guerra Mondiale, i miei colleghi ad arrestare, deportare, depredare, uccidere loro connazionali, solo perché ebrei. Conoscendo le procedure e gli ambienti, stentavo a farmi un’idea. Eppure era successo.

 

Documento che riporta l’elenco degli ufficiali ebrei

 

Così sono andato a cercare negli archivi storici dell’Arma e ho trovato, senza neanche grossi sforzi, le tracce di una storia accantonata più che dimenticata, con l’umana indifferenza di quando si gira semplicemente pagina e si va avanti, perché ricordare non serve a nulla e a nessuno.
Con un foglio d’ordini semiclandestino, il Ministro Grazia ordinava al comandante generale dell’Arma di arrestare tutti i carabinieri romani e sostituirli con la Polizia dell’Africa Orientale, una polizia fascista, in modo da essere sicuri che nessuno si sarebbe opposto alla razzia del Ghetto del Portico d’Ottavia e al rastrellamento anche nelle altre zone di Roma. Il primo doveva avvenire il 7 ottobre 1943, il secondo il 16 successivo. E così fu.
Gli ebrei deportati furono 1022 e tutti ne conosciamo la tristissima sorte. Hanno tutti un nome, tranne un bimbo nato durante la deportazione.
Dei miei colleghi rimane solo una incerta contabilità, calcolata per difetto circa 2500 deportati, dei quali quasi nessuno tornò.
Perché dei primi ci sia tanta memoria è ovvio, è uno dei tanti eccidi consumati dai nazisti che portò alla morte di sei milioni di persone.
Perché dei secondi nessuno abbia più detto nulla, me lo spiego solo con la necessità di nascondere diffusa nel dopoguerra, l’onnipresente desiderio di non sfigurare dei vertici quanto mai colpevoli, e infine, ancora più grave, per il fatto che a nessuno, politicamente o per propaganda, sia stato interessato sposare la sorte di duemila cinquecento, o quanti fossero stati, ultimi nella scala dei valori di quel momento.
In tempi recenti, la questione è stata risollevata in toni elegiaci o propagandistici che dir si voglia, e quindi strumentalizzata.
Qui la mia pagina Wikipedia sul fatto

 

Titolo: La scelta
Autore: Francesco Zampa
Editore: Independently published
Pagg. 254

 

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