Alberto Elli (Milano, 11 febbraio 1952) ha conseguito la laurea in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano nel 1976, lavorando successivamente presso il CISE, il CESI, l’ENEL e l’RSE. A partire dal 1978 ha studiato in maniera individuale l’egiziano classico, il neo-egizio, il demotico, il copto, l’ebraico, l’arabo, il sumerico, l’accadico, il siriaco e il ge‘ez. Ha dato alle stampe i seguenti volumi: Guida ai geroglifici: i principi fondamentali della lingua e della scrittura degli antichi egizi (1997), Ramesse II e gli Ittiti. La battaglia di Qadesh, il trattato di pace, i matrimoni dinastici (2012, con Paolo Bondielli), Dall’Egitto ho chiamato mio figlio: la fuga in Egitto della Sacra Famiglia (2013), L’Assiria e l’Egitto. Scontro di potenze tra VIII e VII secolo a.C. (2016). Ha preparato l’edizione italiana del Corso di copto sahidico (2009) e del Compendio di letteratura copta (2011, entrambe le opere scritte da Thomas O. Lambdin). Dal 1988 insegna l’egiziano antico, il demotico, il copto, l’accadico, l’ebraico e l’arabo in diversi corsi presso enti privati.
Di particolare importanza per una piena comprensione del testo La stele di Rosetta e il decreto di Menfi (pubblicato nel mese di ottobre del 2019) è sia la prefazione dell’autore che la presentazione dello stesso da parte dell’editore nella quarta di copertina. Nella prefazione Alberto Elli afferma che: «Per tutti gli studenti di egittologia, e non solo, la Stele di Rosetta è ammantata di qualcosa di mitico: le siamo tutti debitori di aver permesso al genio di Champollion di scoprire la chiave di lettura dei geroglifici e di poter così godere del lascito certamente più affascinante e intrigante che l’antico Egitto abbia lasciato ai posteri. Anch’io sono stato conquistato da questo mito e dopo aver studiato per parecchi anni l’egiziano del periodo tolemaico e il demotico non ho resistito al piacere di confrontarmi con la traduzione del Decreto di Menfi, nome col quale è conosciuto il contenuto della Stele di Rosetta. Il testo che segue, riveduto e corretto, altro non è che il prodotto di questo mio studio, che nella sua forma originale risale a quasi vent’anni fa. Non è, e non vuole essere, uno studio approfondito, e tanto meno completo, del Decreto; non ho infatti ritenuto opportuno dilungarmi in analisi grammaticali particolareggiate (per chi fosse interessato, rimando al fondamentale lavoro del Daumas per la parte geroglifica e greca e al libro del Simpson per quella demotica). L’apparato delle note, pertanto, è molto contenuto e succinto ed esse sono limitate quasi esclusivamente alla parte geroglifica, che ho maggiormente sviluppato avendola poi tradotta anche con i miei allievi del corso di tolemaico. Visto però l’interesse e il fascino che la Stele esercita su quanti si avvicinano all’Egitto, anche da semplici amatori, ho voluto offrire al lettore interessato, o anche solo curioso, la possibilità di averne sottomano il testo (cosa, tra l’altro, non facile da trovarsi) nelle sue tre versioni, con traslitterazione (per la parte geroglifica e demotica) e traduzione interlineare (per il testo greco, accanto alla versione in caratteri maiuscoli – così come appare sulla Stele – viene proposta anche quella in caratteri minuscoli, con i dovuti accenti).
La presentazione poi della traduzione in formato sinottico (con le traduzioni dei testi geroglifico, demotico e greco su tre colonne affiancate) consente di farsi una rapida idea anche di come le versioni non fossero state concepite come traduzione pedissequa da una lingua all’altra. Scopo fondamentale di questo libro è quindi soprattutto quello di essere un piccolo aiuto a chi ama l’Egitto per meglio conoscere questo documento così rilevante nella storia dell’egittologia, e soprattutto un incentivo a chi volesse dedicarsi con passione allo studio del tolemaico e del demotico, campi poco conosciuti ed esplorati, ma splendidi e ricchi di meraviglie. E per meglio riuscire a suscitare l’interesse del lettore, gli amici Paolo Belloni e Paolo Bondielli, ai quali vanno la mia stima e riconoscenza, hanno contribuito con la paziente stesura in formato digitale del testo e con un ricco e particolareggiato inquadramento storico. Ho ritenuto che potesse essere di una qualche utilità anche una breve introduzione al sistema grafico del periodo tolemaico-romano, con un capitoletto nel quale vengono esposte, per sommi capi, le leggi che rendono conto dei processi in base ai quali sono stati attribuiti i valori fonetici agli innumerevoli segni che caratterizzano questa sorprendente quanto interessante fase linguistica».
Invece nella presentazione del volume da parte dell’editore il medesimo dichiara che: «Scopo fondamentale di questo libro è offrire al lettore il testo della stele nelle sue tre versioni, con traslitterazione (per la parte geroglifica e demotica) e traduzione interlineare; per il testo greco, accanto alla versione in caratteri maiuscoli, così come appare sulla stele, viene proposta anche quella in caratteri minuscoli, con i dovuti accenti. La presentazione della traduzione in formato sinottico (con le traduzioni dei testi geroglifico, demotico e greco su tre colonne affiancate) consente inoltre di farsi una rapida idea di come le versioni non fossero state concepite come traduzione pedissequa da una lingua all’altra. La traduzione è preceduta da un ricco apparato storico che inquadra le vicende che portarono alla realizzazione della stele».
Si ritiene che quanto detto sia nella prefazione dall’autore sia nella presentazione dell’opera da parte dell’editore abbia spiegato a sufficienza scopi e finalità del libro preso in esame. Di grande utilità sono le abbreviazioni e la corposa bibliografia. Un volume meritevole di notevole attenzione che si consiglia di leggere e/o regalare a coloro che sono interessati a conoscere e studiare il periodo storico egiziano in cui la stele fu incisa ed il suo testo.
Titolo: La stele di Rosetta e il decreto di Menfi
Autore: Alberto Elli
Editore: Kemet
Pagg. 252