La copertina del saggio, edito da Laterza |
Les Très Riches heures du Duc de Berry Folio 1 – verso: Gennaio (1412 – 1416) La moda è ormai in piena fioritura. |
L’abito era dunque progettato, tagliato su misura, con numerose prove per adattarlo sempre meglio alla persona ed evitare sprechi. Nel corso del XIV si assiste inoltre ad una evidente differenziazione nell’abito tra l’uomo e la donna: prima di allora l’uomo indossava abiti coloratissimi, calzoni di maglia attillati, giubbetti imbottiti, mentre la donna portava sul capo veli a coprire i capelli, di lino se era di basso rango, tuniche lunghe fino ai piedi, grandi maniche.
Nel 1528 la pubblicazione de Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione porta alla ribalta un nuovo protagonista della moda, e non solo: appunto, il cortigiano. Lungi dall’accezione negativa che la parola ha finito per assumere col tempo, il cortigiano esemplare è un uomo di nobili natali e di grandi virtù morali eintellettuali.
Il cavaliere con la mano al petto di El Greco (circa 1580) Museo Nacional del Pradohttps://www.museodelprado.es/ Il nero è ormai divenuto la vera cifra dell’eleganza. |
Marie Antoinette dit “à la Rose” di Louise Elizabeth Vigée-Lebrun (1783) Reggia di Versailleshttp://www.chatea uversailles.fr/homepage La regina in un momento felice, prima della tempesta rivoluzionaria. |
L’uomo del 1800 rinuncia alla moda composita del secolo precedente, piena di trine, parrucche, ciprie e orpelli, in favore del cosiddetto abito “a tre pezzi” (pantaloni, gilet e giacca), immagine di pragmatismo e severità morale, e tale rinuncia sembrerebbe durare ancora oggi. La sobrietà e l’uso del nero si rinnovano attraverso la figura del dandy, colto e disincantato, come Oscar Wilde, Charles Baudelaire e, soprattutto, Beau Brummell, per il quale la cura nel dettaglio – i guanti, la cravatta, la spilla, gli accessori – è il segno della vera eleganza.
Caricatura di Brummell regalatagli da Robert Dighton nel 1805 |
Di quanto avviene in seguito, tutti, bene o male, siamo a conoscenza: l’emergere di nuove fasce di consumatori, come i giovani negli anni ’60, l’avvento del tempo libero e dello sport, e quindi l’esigenza di avere capi pratici e confortevoli, l’invenzione del prêt à porter italiano e l’emergere di nuove piazze, come quella di Milano, un mercato sempre più globalizzato e con processi di produzione che sfruttano lavoratori sottopagati e schiavizzati, molto spesso minori, l’esibizione nelle passerelle di modelle anoressiche, inducono il mondo della moda a porsi nuovi interrogativi, molto spesso di carattere etico.
Cristina M. Cavaliere dal blog Il Manoscritto del Cavaliere
Titolo: La moda. Una storia dal Medioevo ad oggi
Autore: Giorgio Riello
Editore:
Pag.: 181
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Cara Isabel, grazie di aver ripubblicato la mia recensione sul gradevolissimo saggio di Riello.Sulla moda molti di noi hanno idee preconcette, e questo genere di pubblicazioni aiuta a fare chiarezza.
Grazie a te, Cristina, i tuoi contributi sono sempre di alto livello e apprezzatissimi. L'argomento moda, poi, non viene quasi mai considerato dal punto di vista storico e quindi questo che hai recensito si rivela un saggio molto utile e interessante.