Seqenenra Ta’o : il faraone assassinato


Seqenenra[1] Ta’o [pure  Ta’a, Seqenenra Djehuty-aa o Tao (Thot è Grande[2]) II, pressappoco 1595/1585[3]-1555/4 a.C.[4]] fu un monarca egizio della XVII dinastia. Denominato il Coraggioso o il Valoroso, governò l’Alto Egitto[5], esattamente il territorio tebano[6], sul finire del Secondo periodo intermedio del Paese delle Due Terre (1790-1543 a.C.[7]). Fu verosimilmente figlio del sovrano Senekhtenra Ahmose (…-1558 a.C. pressappoco) e della Grande sposa reale Tetisheri. Probabilmente divenne re fra il 1560 e il 1558 a.C., dirigendo ed amministrando lo Stato solamente per alcuni anni. Ahhotep (…-Tebe, successivamente al 1500 a.C., esercitò il potere sovrano, come istituto provvisorio, per conto del figlio Ahmose in seguito al decesso di Kamose), sorella e sposa[8] di Seqerenra Ta’o, mise al mondo due monarchi: Kamose (1555/4-1550 a.C.[9]), ultimo sovrano della XVII dinastia, e Ahmose I[10] (1551/0-1527 a.C.[11]), che diventò il primo re della XVIII dinastia e allontanò per sempre gli Hyksos[12][13] dall’Egitto[14].

GOVERNO
Coperchio del sarcofago di Seqenenra Ta’o

Si pensa che Seqenenra Ta’o abbia intrattenuto rapporti con il monarca hyksos Ipepi (o Apopi) (…-1549 a.C. più o meno), che regnò sul Basso Egitto[15]. Stando ad un componimento letterario[16] in prosa, dal titolo Disputa tra Apopi e Seqenenra presente nel Papiro Sallier I, del quale si è preservato solamente la prima parte, il sovrano Ipepi inviò un ambasciatore a Tebe per domandare a Seqenenra Ta’o di rimuovere sempre a Tebe la grande vasca degli ippopotami, che sarebbero stati tanto chiassosi da precludergli il sonno[17] nel distante centro urbano di Avaris[18], capitale[19] degli Hyksos costruita sulla diramazione di Pelusio del Delta nilotico[20]. In questo modo comincia il componimento letterario:

«Ora avvenne che la terra d’Egitto fosse in dura afflizione, e non c’era alcun sovrano che fosse re di quel tempo. E accadde che il re Seqenenra governasse la Città Meridionale [Tebe] … mentre il capo Apophis (Ipepi) era ad Avari e tutto il paese gli pagava i tributi per intero insieme a tutte le cose buone di Timuris (un termine con cui si designava il Paese delle Due Terre). Poi il re Apophis elesse a suo dio Sutekh (Seth), e non servì altre divinità sulla terra se non Sutekh. Costruì un tempio di bella e durevole fattura di fianco al palazzo, e si alzava ogni giorno per fare il sacrificio quotidiano a Sutekh, e i ministri di Sua Maestà portavano ghirlande di fiori precisamente come si fa nel tempio di Ra-Horakhty».

(Disputa tra Apopi e Seqenenra, Papiro Sallier I[21])

Ascia cerimoniale da battaglia con il cartiglio di Seqenenra Ta’o

La sola notizia storica che si può ricavare da questa narrazione è che l’Egitto era dominato a settentrione dagli Hyksos (XV dinastia), ai quali ogni signorotto locale era obbligato a versare un contributo in denaro. Pare che Seqenenra Ta’o sia stato il primo principe egiziano a ribellarsi agli invasori asiatici, guerreggiando contro gli stessi per riappropriarsi di alcuni nomi[22] (in greco antico νομόι) andati perduti. Purtroppo le operazioni militari del faraone sopramenzionato, volte al raggiungimento della cacciata degli Hyksos dal Paese delle Due Terre, ebbero esito negativo e probabilmente venne ucciso in combattimento[23], tenendo conto delle importanti lesioni sul capo[24] della sua salma sottoposta ad imbalsamazione. Suo figlio Kamose proseguì il conflitto per scacciare gli Hyksos dall’Egitto. Verosimilmente pure lui perse la vita in uno scontro armato, governando il Paese delle Due Terre per un breve periodo[25]. Suo fratello[26] minore, Ahmose, terminò in modo favorevole la guerra[27], dando inizio al Nuovo Regno[28][29], momento di massimo fulgore dell’antico Egitto[30].

Rovine del palazzo reale a Deir el-Ballas

Probabilmente la prima iniziativa di Seqenenra Ta’o per contrastare gli Hyksos fu quella di installare in territorio nemico, esattamente a Deir el-Ballas (fortezza sulla sponda occidentale del Nilo, ubicata in un punto di particolare rilevanza[31]), gli uffici di comando delle forze armate egiziane, da dove era possibile organizzare azioni offensive contro Menfi[32] e Hutwaret. A Deir el-Ballas fece costruire un edificio di grandi dimensioni munito di bastioni, dove sistemò la famiglia reale[33]. Quando Kamose riprese le manovre militari, l’area controllata dai principi di Tebe si era estesa di quasi 200 km verso settentrione, nelle vicinanze di Cusae[34] in confronto allo Stato monarchico di Antef V (XVII dinastia), quando questa era nei pressi di Abido[35] (in greco antico Ἄβῡδος ed in latino Abȳdos, sede degli organismi legislativi e amministrativi centrali dell’VIII  distretto[36]), quasi certamente il luogo di massima espansione degli Hyksos verso mezzogiorno. Pertanto si può supporre che lo spostamento sia stato determinato dalle operazioni militari di Seqenenra Ta’o.

MORTE E IMBALSAMAZIONE DI SEQENENRA TA’O 
L’archeologo Gaston Maspero

Il volto sfigurato della salma di Seqenenra Ta’o (verosimilmente fu un individuo alto, dotato di muscoli potenti, vistosi e con una folta capigliatura) ha costantemente suscitato l’interesse degli egittologi. La sua mummia venne scoperta nel 1881 nel rifugio di Deir el-Bahari[37] (il monastero del nord) nella costruzione DB 320 in cui fu deposto il suo corpo privo di vita, dove i ministri ufficiali del culto lo avevano occultato per cercare di salvaguardarlo dalle profanazioni. Gaston Maspero[38] (Parigi, 23 giugno 1846-Parigi, 30 giugno 1916) tolse le bende al suo cadavere il 9 giugno 1886, descrivendo in maniera nitida le lesioni che provocarono la morte del re egizio: «Non si sa se cadde sul campo di battaglia o se fu vittima di qualche complotto; l’aspetto della sua mummia prova che morì di morte violenta intorno ai quarant’anni d’età. Due o tre uomini, assassini oppure soldati, devono averlo accerchiato e ucciso prima che qualcuno potesse soccorrerlo. Un colpo di scure deve aver reciso parte della guancia sinistra, esposto i denti, fratturato la mascella e averlo fatto cadere a terra privo di sensi; un altro colpo deve aver gravemente lesionato il cranio, e un pugnale o giavellotto ha tagliato e aperto la fronte un poco sopra l’occhio. Il suo corpo deve essere rimasto per qualche tempo là dov’era cadutoː una volta ritrovato, la decomposizione era già cominciata e la mummificazione dovette essere compiuta in fretta, meglio che si poté[39]».

Mummia di Seqenenra Ta’o

La lesione sulla parte anteriore del capo, compresa tra le sopracciglia e l’attacco dei capelli, fu con certezza prodotta da un’arma a forma di accetta di lavorazione hyksos[40], mentre quella sulla parte del corpo compresa tra la testa e il torace gli venne inferta da una arma corta, costituita da una lama a due tagli con punta acuminata, infissa in un’impugnatura, quando oramai era adagiato a terra[41]. Non vi sono lesioni sulle mani o sulle parti degli arti superiori comprese tra la spalla e il gomito, il che fa presumere che Seqenenra Ta’o non poté opporre resistenza. Sino al 2009 si supponeva che fosse stato ucciso in combattimento, guerreggiando contro gli Hyksos, o che fosse stato privato della vita mentre era immerso nel sonno. Lo studioso di egittologia, Garry Shaw, e una persona che conosce molto bene qualsiasi strumento predisposto per ferire o uccidere, invece, hanno ipotizzato che: «… la causa più probabile della morte di Seqenenra fu un’esecuzione da parte di un comandante nemico, in seguito a una sconfitta dei tebani sul campo[42]». La sua salma mostra segni evidenti di un procedimento affrettato volto a impedire la decomposizione del corpo.

Deir el-Bahari

Le radiografie eseguite sul finire degli anni ’60 hanno evidenziato che il cervello del monarca egizio non venne asportato e che non venne messo del lino nella testa o nei bulbi oculari: errori davvero inusuali. Stando a James E. Harris e Kent Weeks il cadavere di Seqenenra Ta’o sottoposto ad imbalsamazione sarebbe quello che permane nelle peggiori condizioni tra tutte le salme reali del Museo egizio del Cairo[43]. Infatti sottolinearono che: «Un odore disgustoso e viscido riempì la stanza nel momento in cui il contenitore in cui la mummia era esibita fu aperto[44]». Ciò fu verosimilmente causato da un pessimo procedimento attuato sul cadavere per rallentarne la decomposizione e assicurarne una lunga conservazione e a non aver utilizzato il natron, facendo rimanere i fluidi nel corpo privo di vita quando venne deposto nella tomba. Stando a un cortometraggio televisivo realizzato da poco tempo e diffuso su History Channel, inserito nel programma Le Mummie Parlanti, il sovrano egizio sarebbe stato colpito da paralisi dalla parte del corpo compresa tra la testa e il torace fino ai piedi in conseguenza delle lesioni subite in uno scontro armato e sarebbe stato successivamente ammazzato nel suo giaciglio dopo mesi di indicibili sofferenze. La salma di Seqenenra Ta’o è la prima dell’ambiente, molto ampio e contenente le spoglie reali del Museo egizio del Cairo, rinnovato nel 2006.

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[1] Colui Che Ra rende valoroso.

[2] Clayton, P. Chronicle of the Pharaohs. London: Thames and Hudson, 2006, p. 94.

[3] Il suo cadavere sottoposto ad imbalsamazione per ottenerne la conservazione è quello di un individuo fra i 30 ed i 40 anni.

[4] Ryholt, K. The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period, c.1800-1550 BC. Copenhagen: Museum Tusculanum Press, 1997, p. 204.

[5] Corrisponde alla parte meridionale del Paese delle Due Terre, iniziando dalla prima cataratta del Nilo.

[6] Si menziona l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Tebe: la città dalle cento porte; https://www.storiedistoria.com/2015/06/tebe-la-citta-dalle-cento-porte/ [3 giugno 2015].

[7] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. Milano: Bompiani, 2003, p. 470.

[8] Dodson, A.; Hilton, D. The Complete Royal Families of Ancient Egypt. London: Thames & Hudson, 2004, pp. 122-128.

[9] Shaw, I. The Oxford History of Ancient Egypt. Oxford: Oxford University Press, 2000, p. 481.

[10] Per avere informazioni dettagliate su Ahmose I è possibile consultare l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Ahmose I: il faraone che scacciò gli Hyksos dall’Egitto; https://www.storiedistoria.com/2017/04/ahmose-i-il-faraone-che-scaccio-gli-hyksos-dallegitto/ [28 aprile 2017].

[11] Grimal, N. Storia dell’antico Egitto. Bari: Laterza, 2011, p. 252.

[12] Aa.Vv. Egittomania. vol. IV. Novara: De Agostini, 1999, p. 63.

[13] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Gli Hyksos; https://www.storiedistoria.com/2017/03/gli-hyksos/ [5 marzo 2017].

[14] Aa.Vv. Antiche Civiltà. vol. I. Milano: RCS, 2005, p. 63.

[15] Corrisponde all’area settentrionale dell’Egitto, ovvero alla zona del delta del Nilo.

[16] Gardiner, A. H. Late-Egyptian Stories. Bruxelles: Editions de la Fondation egyptologique Reine Elisabeth, 1973, pp. 85-89.

[17] Aa.Vv. Egitto: Storia e Mistero. Novara: De Agostini, 1999, p. 49.

[18] Gardiner, A. H. La civiltà egizia. Milano: Einaudi, 1989, p. 151.

[19] De Angelis, A.; Di lenardo, A. Exodus: dagli Hyksos a Mosè. Analisi storica sui due esodi biblici. Tivoli: Altera Veritas, 2016, p. 25.

[20] Jacq, C. L’Egitto dei grandi faraoni. Milano: Mondadori, 1999, p. 142.

[21] Gardiner, A. H. La civiltà egizia. op. cit., p. 150.

[22] Questo vocabolo viene adoperato per indicare i distretti in cui era ripartito il Paese delle Due Terre.

[23] Jacq, C. Vita quotidiana dell’antico Egitto. Milano: Arnoldo Mondadori, 1999, p. 110.

[24] Schlogl, H. A. L’antico Egitto. Bologna: Il Mulino, 2005, p. 57.

[25] Redford, D. B. History and Chronology of the Eighteenth Dynasty of Egypt: Seven Studies. Toronto: University of Toronto Press, 1967, pp. 25-28.

[26] Bresciani, E. L’Antico Egitto. Novara: De Agostini, 2000, p. 38.

[27] CantÙ, G. I misteri delle piramidi: magia e segreti dell’Antico Egitto. Milano: Giovanni De Vecchi, 1998, p. 213.

[28] Gardiner, A. H. La civiltà egizia. op. cit., p. 154.

[29] Epoca della storia egiziana comprendente la XVIII, XIX e XX dinastia, stando alla cronologia di Manetone.

[30] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. op. cit., pp. 233-235.

[31] Wilkinson, T. The Rise and Fall of Ancient Egypt. London: Bloomsbury, 2011, p. 197.

[32] Si ricorda l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Menfi: famosa città dell’antico Egitto; https://www.storiedistoria.com/2015/07/menfi-famosa-citta-dellantico-egitto/ [2 luglio 2015].

[33] Wilkinson, T. L’antico Egitto. Torino: Einaudi, 2012, p. 195.

[34] Località dell’Alto Egitto sede degli organismi legislativi e amministrativi centrali del XIV nomo.

[35] Uno dei più antichi centri abitati dell’Alto Egitto.

[36] Tosi, M. Dizionario enciclopedico delle divinità dell’antico Egitto. vol. II. Torino: Ananke, 2006, p. 255.

[37] Insieme di edifici funerari del Paese delle Due Terre sorto sulla sponda occidentale del Nilo, davanti all’insediamento abitativo di Luxor.

[38] Studioso francese di egittologia.

[39] Maspero, G. History Of Egypt, Chaldaea, Syria, Babylonia, and Assyria. vol. IV. Project Gutenberg EBook, 2005.

[40] Shaw, I. The Oxford History of Ancient Egypt. op. cit., p. 199.

[41] Smith, G. E. The Royal Mummies. London: Duckworth Egyptology, 1912, pp. 1-6.

[42] Shaw, G. J. The Death of King Seqenenre Tao, in Journal of the American Research Center in Egypt 45 (2009).

[43] Accoglie la più completa ed ordinata raccolta di oggetti rinvenuti (preziosi, rari o interessanti) dell’antico Egitto.

[44] Harris, J. E.; Weeks, K. R. X-raying the Pharaohs. New York: Charles Scribner’s Sons, 1973, pp. 122-123.


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