Santa Brigida di Svezia


Nel Basso Medioevo nacquero due donne straordinarie come Santa Brigida di Svezia e Santa Caterina da Siena, pronte e determinate nel voler ricostruire l’unità della Chiesa, fornendo un contributo fondamentale per lo sviluppo della civiltà europea. Sia Santa Brigida patrona della Svezia (1303-1373), che Santa Caterina da Siena compatrona d’Italia (1347-1380), sono state proclamate compatrone dell’Europa. In questo articolo desidero soffermarmi sulla vita e le opere di Santa Brigida, donna e Santa straordinaria, la quale tanto si è adoperata per l’unità e la salvezza dei cristiani.
Il nome Brigida deriva dal sassone beraht-bert (splendido) o dall’irlandese brit (alto, forte, eccelso) e sicuramente la Santa svedese ebbe queste qualità sia fisiche che morali. Brigida venne alla luce nel giugno 1303 nel castello di Finsta, nei pressi della graziosa città di  Uppsala in Svezia. Suo padre Birgen Persson era giudice e governatore della regione dell’Upplan, mentre la madre Ingeborga era di nobile stirpe. Perse molto presto la madre e dopo la sua morte, a 12 anni, andò a vivere presso la zia Caterina Bengtsdotter per rendere completa la propria formazione. La zia insegnò a Brigida le buone maniere delle famiglie nobili, la scrittura e l’arte del ricamo. Durante questi due anni la giovinetta ebbe diversi fenomeni mistici, come la visione del demonio sotto forma di mostro dai cento piedi e dalle cento mani. All’età di 14 anni, secondo le abitudini di quell’epoca, il padre volle che andasse in sposa al giovane Ulf Gudmarsson, figlio del governatore del Vastergotland. Brigida desiderava consacrarsi a Dio, ma ritenne che la disposizione paterna manifestasse la volontà di Dio e con grande serenità acconsentì. La giovane coppia andò a vivere nel castello di Ulfasa, presso le sponde del lago Boren. Lo sposo, nonostante il suo nome, che voleva dire «lupo», era uomo mite e desideroso di condurre una vita conforme agli insegnamenti evangelici. Grazie a quanto ci è stato tramandato dalla figlia Caterina di Svezia (anch’essa Santa) al processo di canonizzazione, i due sposi vissero per due anni come fratello e sorella, pregando e digiunando. Solamente tre anni dopo venne alla luce la prima figlia ed in venti anni Brigida partorì ben otto figli, quattro maschi (Karl, Birger, Bengt e Gudmar) e quattro femmine (Marta, Karin, Ingeborga e Cecilia). Per venti anni Santa Brigida visse ad Ulfasa e non ostentò mai il titolo di principessa di Narke, ma divenne una ottima massaia, istruendo il personale alle sue dipendenze ed insieme ad esso svolgeva le varie attività domestiche, creando un clima familiare molto sereno ed operoso. Volle occuparsi in special modo dei poveri e delle ragazze, fornendo a quest’ultime una onesta e decorosa sistemazione per non cadere nella prostituzione ed inoltre fece costruire un piccolo ospedale dove ogni giorno era presente per occuparsi degli ammalati, lavandoli e regalando loro (quando era possibile) nuovi vestiti. In questo periodo pieno di occupazioni ebbe la fortuna di conoscere il sacerdote Matthias, uomo esperto in Sacra Scrittura e di ampia cultura per quei tempi. Molto presto Matthias divenne il suo confessore e Brigida volle farsi tradurre da lui, in svedese, la Bibbia per poterla leggere, comprendere e meditare meglio. Le sue conoscenze permisero a Brigida di venire a conoscenza delle correnti di pensiero diffusesi in tutta l’Europa, poichè don Matthias aveva studiato a Parigi. Tutto ciò che imparò fu di grande utilità per meglio prepararla alla sua futura missione.
A partire dal 1335 il sovrano di Svezia Magnus II invitò Brigida a trasferirsi presso la corte per essere di aiuto alla giovane sposa del re. Ma la Santa non amò mai la vita di corte troppo frivola e mondana. Nel 1341 i due coniugi (Brigida ed Ulf) festeggiarono le nozze d’argento e presero la decisione di andare in pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Quest’evento portò a una svolta decisiva nella vita della coppia, che oramai da diverso tempo conduceva una vita fraterna e casta. Desiderarono abbracciare la vita religiosa. Di ritorno in Svezia Ulf venne accettato dal monastero cistercense di Alvastra, dove poi morì il 12 febbraio 1344 confortato dalla moglie. Brigida invece, avendo terminato la sua opera di sposa e di madre, volle alloggiare in un edificio annesso al monastero di Alvastra, dove visse quasi tre anni fino al 1346. Ebbe inizio per lei un periodo fecondo. Dopo un breve periodo di meditazione sui divini misteri della Passione del Signore e dei dolori e glorie della Vergine, iniziò ad avere le visioni di Cristo, che in una di queste la volle come «sua sposa» e «messaggera del gran Signore». In questo modo cominciò un importante periodo mistico che si protrarrà fino alla sua morte.
I suoi direttori spirituali, fra cui il padre Matthias, conobbero le  straordinarie «Rivelazioni», intuizioni e soprannaturali illuminazioni della Santa, che ella ebbe per tutta la vita e che furono poi riunite in otto volumi, considerati ancora oggi attualissimi. Nella quiete di Alvastra partorì l’idea di fondare un nuovo Ordine religioso, che sarà chiamato del Santo Salvatore, formato da monasteri «doppi», cioè da religiosi e suore, rigorosamente divisi e il cui unico momento di contatto era nella chiesa per la preghiera in comune. Tutti i monasteri erano sottoposti ad un’unica badessa, rappresentante la Santa Vergine e con un confessore generale. La Santa riuscì ad avere dal re, il 1° maggio 1346, il castello di Vadstena con annesse terre e donazioni. Brigida dette iniziò ai lavori di risistemazione e consolidamento, che sembrarono non terminare mai, dal momento che Papa Clemente VI non permise la nascita del nuovo Ordine, ottemperando al decreto del Concilio Ecumenico Lateranense del 1215, che negava il sorgere di nuovi Ordini religiosi.
Pertanto nell’autunno del 1349 Brigida partì per Roma, non solo per l’Anno Santo del 1350, ma anche per chiedere al Papa di dare il suo beneplacito all’approvazione, che venne concessa solo nel 1370 da Papa Urbano V. Giunta a Roma, visse in un primo tempo all’ospizio dei pellegrini presso Castel Sant’Angelo e poi nel palazzo del cardinale Ugo Roger di Beaufort.
Roma non impressionò positivamente Brigida, né modificò le sue impressioni successivamente. Raccontava per iscritto come la città eterna fosse popolata di rospi e vipere, come le strade non pulite risultassero piene di fango ed erbacce, come il clero sembrasse avido, immorale e trascurato.
Dopo quattro anni passò a vivere nella casa offertale nel suo palazzo, dalla nobildonna romana Francesca Papazzurri, nei pressi di Campo de’ Fiori. Roma fu ben presto per Brigida la sua seconda patria.
Le sue giornate si caratterizzarono per lo studio del latino, per le preghiere e le pratiche di pietà, mettendo per iscritto in svedese le visioni e le rivelazioni del Signore, che poi dava immediatamente al suo segretario Pietro Olavo, affinchè le traducesse in latino.
Dalla casa di Campo de’ Fiori, che sarà abitata fino alla morte, spediva missive al Papa, ai reali di Svezia, alle regine di Napoli e di Cipro e naturalmente ai suoi figli e figlie rimasti a Vadstena (è possibile visitare e lo consiglio caldamente, le stanze in cui vissero Santa Brigida e sua figlia Santa Caterina di Svezia a Roma nei giorni feriali, accompagnati da una suora brigidina). Brigida, nella sua permanenza romana, non si stancò di ammonire persone altolocate e lo stesso popolo romano ad avere una vita autenticamente cristiana e per questo motivo dovette sopportare accuse infondate, fino ad essere soprannominata «la strega del Nord» e a trovarsi in estrema povertà, e seppure principessa per poter sostenere sé stessa e chi viveva con lei, dovette chiedere l’elemosina alle porte delle chiese.
Nel 1370 Urbano V dette il suo consenso alla nascita dell’Ordine del Ss. Salvatore e Caterina di Svezia (figlia di Santa Brigida) fu la prima Superiora Generale. Brigida, oramai settantenne, era giunta quasi al termine della sua vita. Desiderò prepararsi per il suo ultimo e più desiderato viaggio-pellegrinaggio, quello in Terra Santa.
Il suo seguito era composto dal vescovo eremita Alfonso di Jaén, custode delle sue «Rivelazioni» poste per iscritto, di cui molte rimaste segrete, poi i due sacerdoti Olavo, Pietro Magnus e i figli Caterina, Birger e Karl e altre quattro persone, in totale dodici viandanti-pellegrini. Verso la fine del 1371 la comitiva lasciò Roma, raggiungendo Napoli dove trascorse l’inverno. Quando tutto era pronto per la partenza, nel marzo 1372 Brigida non potè far nulla per evitare la morte del figlio Karl a causa della peste, ma non desiderò posticipare il lungo e faticoso viaggio e dopo aver pregato per lui e provveduto affinché avesse una degna sepoltura, raggiunse con una nave Cipro, dove fu accolta calorosamente dalla regina Eleonora d’Aragona che, profittando della sua venuta, pose in essere una salutare riforma nel suo regno. Nel maggio del 1372 giunse a Gerusalemme. In quattro mesi riuscì a vedere e a meditare sui luoghi della vita terrena di Gesù. Infine prese la via del ritorno, raggiungendo Roma piena di ricordi ed emozioni piacevoli. A Gerusalemme la sua salute peggiorò notevolmente ed in breve tempo dal suo ritorno a Roma, il 23 luglio 1373 la Santa giunse al termine della sua vita terrena, con accanto sempre la figlia Caterina alla quale ella aveva affidato l’Ordine del Ss. Salvatore. Nella sua stanza da letto veniva celebrata l’Eucaristia quotidianamente. Venne deposta in un sarcofago di marmo, ma già il 2 dicembre 1373 i figli Birger e Caterina lasciarono Roma per giungere a Vadstena, portando con loro la cassa con il corpo, che fu collocata nell’originario monastero svedese il 4 luglio 1374.
A Roma, fortunatamente, rimasero alcune reliquie. La figlia Caterina e i suoi discepoli si occuparono del suo culto e della causa di canonizzazione. Brigida di Svezia fu dichiarata Santa il 7 ottobre 1391 da Papa Bonifacio IX.
Di lei conserviamo le «Rivelazioni», raccolte in otto volumi e uno supplementare grazie ai suoi discepoli. Questi scritti per la Chiesa sono ritenuti credibili per la santità della persona, considerando sempre i condizionamenti del tempo ed il carattere della persona stessa. Come donna del tardo medioevo Brigida ebbe la bravura di far comprendere le verità della fede al popolo, con un linguaggio ricco di immagini che suscitava la fantasia, toccava il cuore e portava alla conversione. Per questo le «Rivelazioni» ebbero un grande influsso per lungo tempo nella vita cristiana, non solo sui popoli scandinavi, ma anche su quelli latini.
Papa Giovanni Paolo II la dichiarò compatrona d’Europa il 1° ottobre 1999.
Il suo Ordine del SS. Salvatore, le cui religiose sono dette comunemente «Suore Brigidine», per due secoli influì notevolmente sulla vita religiosa dei Paesi Scandinavi. Declinò purtroppo e venne sciolto dapprima con la Riforma Protestante luterana, poi con la Rivoluzione Francese. In Italia le due prime Case nacquero nelle città di Firenze e di Roma.
L’antico Ordine rinacque nel ramo femminile grazie all’opera della Beata Maria Elisabetta Hesselblad (1870-1957), che costituì un nuovo ramo all’inizio del Novecento ed ora è presente in diversi luoghi d’Europa, fra cui Vadstena, primo Centro dell’Ordine.
Per chi ama viaggiare si consiglia di visitare la città di Vadstena, comune  svedese di 7.424 abitanti, collocato nella conteadi Östergötland. Porto lacuale, è una importante e famosa meta turistica. Tra le sue attrazioni vanno ricordate il castello rinascimentale, il Monastero, la chiesa ed il museo di Santa Brigida.  La chiesa, purtroppo, presenta molte tracce della riforma luterana ed è interessante osservare le statue medievali e visitare le reliquie della Santa. Nella cittadina si possono vedere ancora oggi tanti edifici del medioevo. Vi è un vetusto trenino a vapore, attivo d’estate, che collega Vadstena con Fagelsta, sulla linea per Norrkopinge Stoccolma.
 

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