Uadjkheperra Kamose[1] (…-1550 a.C.[2]) fu probabilmente figlio di Seqenenra[3] Ta’o[4] (pressappoco 1595/1585[5]-1555/4 a.C.[6]) e fratello maggiore[7] di Ahmose I[8] (1551/0-1527 a.C.[9]), che divenne il primo sovrano della XVIII dinastia[10]. Fu a capo del Paese delle Due Terre nell’ultima fase del Secondo periodo intermedio (1790-1543 a.C.[11]) e la maggioranza degli egittologi pensa che abbia diretto ed amministrato l’Egitto per tre anni (fondandosi pure sulla parziale povertà della sua sepoltura[12]), mentre una esigua minoranza per cinque anni[13]. Benché il suo regno abbia avuto una durata molto limitata[14], Kamose viene ricordato per una serie di operazioni militari contro gli Hyksos[15], che avevano occupato buona parte del Paese delle Due Terre.

Il suo genitore, Seqenenra Ta’o, fu il primo principe egiziano a ribellarsi agli invasori asiatici, guerreggiando contro gli stessi per riappropriarsi di alcuni nomi[16] (in greco antico νομόι) andati perduti e probabilmente venne ammazzato in combattimento[17], tenendo conto delle importanti lesioni sul capo[18] della sua salma sottoposta ad imbalsamazione. La sua genitrice, Ahhotep (…-Tebe[19], successivamente al 1500 a.C.), sorella e sposa[20] di Seqerenra Ta’o, esercitò il potere sovrano, come istituto provvisorio, in seguito al decesso di Kamose e proseguì le azioni di guerra. Infine Ahmose I scacciò per sempre gli Hyksos[21] dall’Egitto[22].
VITA DI KAMOSE

Gli eventi verificatisi durante il suo governo vengono raccontati in due tavole di pietra[23] infisse in posizione verticale nel terreno, di cui una in forma di frammento, scoperte a Karnak[24], e nella Tavoletta Carnarvon[25]. I testi consentono di descrivere sufficientemente le diverse iniziative militari di questo monarca. Da quanto si evince dalla Tavoletta Carnarvon i consiglieri del faraone Kamose cercarono di dissuaderlo dai suoi propositi battaglieri, rammentandogli i benefici derivanti dallo status quo, ma i loro ragionamenti non convinsero il re ad abbandonare i suoi pensieri bellicosi: «Nessuno può riposarsi quando viene spogliato dalle tasse dell’asiatico. Io voglio sollevarmi contro di lui e io spero di aprire il suo ventre. La mia speranza è di liberare l’Egitto e scacciare l’asiatico[26]».

Nel corso del suo primo anno a capo del Paese delle Due Terre si diresse verso settentrione, contro Neferusy, vicino ad Ermopoli[27]. Combatté contro un alto funzionario egizio (Teti figlio di Pepi), sottoposto agli Hyksos. Probabilmente fu il medesimo Teti condannato all’esilio da Antef V (XVII dinastia). Nel secondo anno di belligeranza andò a mezzogiorno, affrontando in battaglia un principe di Kush, unito da un patto d’alleanza con Apophis (…-1549 a.C. più o meno), che regnò sul Basso Egitto[28]. Questa azione militare viene avvalorata dal rinvenimento di due tavole di pietra, che celebrano l’avvenimento, ritrovate in prossimità di Buhen[29]. Nel terzo anno di conflitto Kamose si spinse fino al delta del Nilo circondando militarmente Avaris[30], capitale[31] degli Hyksos costruita sulla diramazione di Pelusio del delta nilotico[32]. Sebbene non riuscisse a sottometterla, con la conquista del delta Kamose fece tornare unito il Paese delle Due Terre.
Il nome del sopramenzionato sovrano non figura nella lista della Sala degli antenati di Karnak[33], anche se è presente in alcune liste reali di epoca ramesside. Pure il Papiro dei Re[34] non cita nomi collegabili a questo monarca ma la condizione pessima in cui si trova l’ultima parte dello stesso non consente agli archeologi di avanzare ipotesi convincenti.
CADAVERE SOTTOPOSTO AD IMBALSAMAZIONE

La salma di Kamose viene nominata nel Papiro Abbott[35], che riporta le indagini diligenti e minuziose svolte a causa del saccheggio di sepolture nel corso della conduzione politica e amministrativa dell’Egitto da parte di Ramesse IX (pressappoco quattro secoli più tardi del seppellimento di Kamose). Mentre il sepolcro fu descritto in discrete condizioni («Il sepolcro del Re, il Sole che provvede alla creazione, il figlio del Sole, Kamose, esaminato oggi, era in buono stato») (Papiro Abbott), le spoglie mortali vennero trasferite successivamente, dal momento che furono scoperte nel luogo di sepoltura di Dra Abu el-Naga[36] nel 1857 a quanto sembra intenzionalmente nascoste sotto un cumulo di rovine. Diversi storici ritengono che fossero occultate in modo grossolano da tombaroli che confidavano di saccheggiarle in seguito (ma che fortunatamente non ne ebbero la possibilità). La cassa con funzione sepolcrale, pitturata e decorata con stucchi, venne recuperata da Auguste Mariette[37] (Boulogne-sur-Mer, 11 febbraio 1821–Bulaq vicino a Il Cairo, 18 gennaio 1881) ed Heinrich Karl Brugsch[38] (Berlino, 18 febbraio 1827–Charlottenburg, 9 settembre 1894), che si accorsero immediatamente delle pessime condizioni della mummia. Insieme ad essa furono deposti nella tomba un’arma corta aurea ed argentea adatta agli scontri ravvicinati, costituita da una lama a due tagli con punta acuminata, infissa in un’impugnatura, dei talismani tra i quali uno simile ad un insetto con corpo robusto e massiccio ricoperto da un duro tegumento di colore variabile, una lastra levigata bronzea ed un pettorale simile ad un cartiglio con la scritta di colui che diventò faraone dopo di lui, suo fratello Ahmose I[39]. Il feretro si trova nel Paese delle Due Terre, invece l’arma corta di grande valore è a Bruxelles e per finire la lastra levigata ed il pettorale sono esposti al Museo del Louvre. Il nome del sovrano, impresso sulla cassa con funzione sepolcrale, venne compreso soltanto cinquanta anni più tardi il rinvenimento ed il cadavere sottoposto ad imbalsamazione, rimasto sotto un cumulo di rovine, non fu più ritrovato[40].
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[1] Clayton, P. Chronicle of the Pharaohs. London: Thames and Hudson, 2006, p. 94.
[2] Shaw, I. The Oxford History of Ancient Egypt. Oxford: Oxford University Press, 2000, p. 481.
[3] Colui Che Ra rende valoroso.
[4] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Seqenenra Ta’o: il faraone assassinato; https://www.storiedistoria.com/2017/06/seqenenra-tao-il-faraone-assassinato/ [7 giugno 2017].
[5] Il suo cadavere sottoposto ad imbalsamazione per ottenerne la conservazione è quello di un individuo fra i 30 ed i 40 anni.
[6] Ryholt, K. The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period, c.1800-1550 BC. Copenhagen: Museum Tusculanum Press, 1997, p. 204.
[7] Bresciani, E. L’Antico Egitto. Novara: De Agostini, 2000, p. 38.
[8] Per avere informazioni dettagliate su Ahmose I è possibile consultare l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Ahmose I: il faraone che scacciò gli Hyksos dall’Egitto; https://www.storiedistoria.com/2017/04/ahmose-i-il-faraone-che-scaccio-gli-hyksos-dallegitto/ [28 aprile 2017].
[9] Grimal, N. Storia dell’antico Egitto. Bari: Laterza, 2011, p. 252.
[10] CantÙ, G. I misteri delle piramidi: magia e segreti dell’Antico Egitto. Milano: Giovanni De Vecchi, 1998, p. 213.
[11] Cimmino, F. Dizionario delle dinastie faraoniche. Milano: Bompiani, 2003, p. 470.
[12] Wilkinson, T. L’antico Egitto. Torino: Einaudi, 2012, p. 207.
[13] Ryholt, K. The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period, c.1800-1550 BC. op. cit., p. 273.
[14] Redford, D. B. History and Chronology of the Eighteenth Dynasty of Egypt: Seven Studies. Toronto: University of Toronto Press, 1967, pp. 25-28.
[15] Si menziona l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Gli Hyksos; https://www.storiedistoria.com/2017/03/gli-hyksos/ [5 marzo 2017].
[16] Questo vocabolo viene adoperato per indicare i distretti in cui era ripartito il Paese delle Due Terre.
[17] Jacq, C. Vita quotidiana dell’antico Egitto. Milano: Arnoldo Mondadori, 1999, p. 110.
[18] Schlogl, H. A. L’antico Egitto. Bologna: Il Mulino, 2005, p. 57.
[19] Si ricorda l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Tebe: la città dalle cento porte; https://www.storiedistoria.com/2015/06/tebe-la-citta-dalle-cento-porte/ [3 giugno 2015].
[20] Dodson, A.; Hilton, D. The Complete Royal Families of Ancient Egypt. London: Thames & Hudson, 2004, pp. 122-128.
[21] Aa.Vv. Egittomania. vol. IV. Novara: De Agostini, 1999, p. 63.
[22] Aa.Vv. Antiche Civiltà. vol. I. Milano: RCS, 2005, p. 63.
[23] Aa.Vv. Egitto: Storia e Mistero. Novara: De Agostini, 1999, p. 49.
[24] Minuscolo centro abitato posto sulle rive del Nilo, pressappoco a 2,5 km a settentrione di Luxor.
[25] In realtà è composta da due tavole lignee, recanti iscrizioni in ieratico, recuperate nel 1909 nel sepolcro n. 9 della necropoli di Tebe dallo studioso Howard Carter (Londra, 9 maggio 1874–Londra, 2 marzo 1939), che agiva grazie all’appoggio organizzativo e finanziario di Lord Carnavon.
[26] Gardiner, A. H. La civiltà egizia. Milano: Einaudi, 1989, pp. 152-153.
[27] Sede degli organismi legislativi e amministrativi centrali del 15° distretto dell’Alto Egitto. È situata sulla sponda occidentale del Nilo.
[28] Corrisponde all’area settentrionale del Paese delle Due Terre, ovvero alla zona del delta del Nilo.
[29] Centro urbano dell’antico Egitto collocato sulle rive del Nilo sotto la seconda cateratta.
[30] Schlogl, H. A. L’antico Egitto. op. cit., p. 56.
[31] De Angelis, A.; Di lenardo, A. Exodus: dagli Hyksos a Mosè. Analisi storica sui due esodi biblici. Tivoli: Altera Veritas, 2016, p. 25.
[32] Jacq, C. L’Egitto dei grandi faraoni. Milano: Mondadori, 1999, p. 142.
[33] Fa parte dell’edificio in Karnak, dedicato al culto di una divinità dell’antico Egitto, denominato Tempio di Milioni di Anni.
[34] Supporto scrittorio risalente alla XIX dinastia, verosimilmente quando fu a capo del Paese delle Due Terre Ramses II (1303-1212 a.C.), vergato in ieratico, che fornisce la lista dei faraoni a partire dalla conduzione ad unità dell’Alto e Basso Egitto sino al momento della stesura del medesimo, indicante pure la cifra degli anni e qualche volta dei mesi e dei giorni del loro governo.
[35] Supporto scrittorio egizio di un passato lontano risalente al regno di Ramesse IX (XX dinastia, …-1107 a.C.).
[36] Sito che accoglie un luogo di sepoltura egizio situato sulla sponda occidentale del Nilo, nelle vicinanze di Tebe.
[37] Studioso francese di egittologia.
[38] Studioso tedesco di archeologia ed egittologia.
[39] Brier, B. Egyptian Mummies. New York: William Morrow and Company Inc., 1994, pp. 259-260.
[40] Franchino, G. L. Alla ricerca della tomba di Amenhotep I. Torino: Ananke, 2007, p. 27.